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ANCI Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per la proposta di legge sulla montagna

“In una visione strategica e progettuale che dovrebbe portare all’unione dei territori per ottimizzare risorse e focalizzare l’esigenza di valorizzazione del sistema montagna, che convive da decenni con evidenti difficoltà, la concorrenza attrattiva della pianura e l’incubo dello spopolamento, prende forma un preoccupante scenario di legge che punta tutto su classificazione e differenziazione delle aree montane.

Un quadro anacronistico completamente distaccato dall’attualità che, in nome di zone geografiche, altimetrie e pendenze comprese nella nuova legge sulla montagna approvata nel settembre scorso dal Parlamento, rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa di tanti Comuni, specie in area appenninica.Una scelta che rischia di trasformarsi nell’autentico colpo di grazia al già precario assetto collinare e a quei municipi che, nel quotidiano esercizio di ricerca di una sostenibilità che appare sempre più come una chimera, si sono aggrappati soprattutto alla capacità di resilienza della propria gente, delle proprie eccellenze e all’orgoglioso senso di appartenenza alle proprie tradizioni per restare in vita.

Così, l’incomprensibile proposta di una classificazione che non tiene conto, per esempio, di parametri essenziali come la distanza dai servizi, i sempre più marcati rischi idrogeologici e l’instabile solidità economica dei singoli contesti, non fa altro che delineare una letale voragine tra una Montagna di serie A, come le Alpi, e una di serie B come i nostri Appennini con annesse perdite, ovviamente solo per quest’ultimo raggruppamento, di fondi economici vitali.

Come delegata alla montagna di Anci Emilia Romagna” dichiara Beatrice Poli “assieme al Presidente Panieri ci faremo portavoci di presentare in ogni sede istituzionale opportuna l’istanza di rimodulazione dei parametri valutativi che insistono sulla casistica, esprimendo oggi preoccupazione su questa ipotesi”.

La coordinatrice piccoli comuni di ANCI Emilia-Romagna aggiunge: “l’esclusione dalla classificazione come montani riguarda soprattutto piccoli comuni: questo significa creare ancora maggiore disparità tra piccoli centri e grandi realtà, penalizzando le comunità già in difficoltà perché con poche risorse”.

“In un contesto storico già caratterizzato da enormi difficoltà economiche e gestionali per chi amministra piccoli Comuni montani, nell’esercizio quotidiano di ridare fiducia e una parvenza di normalità a persone e territori segnati e falcidiati dal drammatico biennio alluvionale 2023-2024, questa ipotesi non fa altro che alimentare la sensazione di essere timonieri sempre più soli di un vascello in balia delle onde”. Asserisce Beatrice Poli “E all’orizzonte ci sono solo i titoli di coda per i tanti progetti, sogni e speranze costruiti con fatica insieme alla comunità”.

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