“Investire sui territori significa garantire a tutti i cittadini, anche nei centri più piccoli, servizi di qualità e opportunità di sviluppo. I tagli imposti dalla legge di bilancio ai comuni italiani rappresentano una minaccia concreta per la sostenibilità delle piccole realtà, che sono il cuore pulsante delle nostre comunità locali”, dichiara Claudia Ferrari, Coordinatrice regionale dei piccoli comuni dell’Emilia-Romagna.
A partire dal 2024, i comuni italiani dovranno affrontare un taglio strutturale di 300 milioni di euro annui per il 2024-2025 e di 200 milioni annui per il 2026-2028. Queste misure si aggiungono all’introduzione di un accantonamento obbligatorio, previsto dall’articolo 104 della manovra, che impone ai comuni di destinare risorse correnti – altrimenti utilizzabili per erogare servizi essenziali – a investimenti futuri o alla riduzione del debito. La misura di tale accantonamento crescerà in modo esponenziale, partendo da 130 milioni nel 2025 fino ad arrivare a 440 milioni nel 2029.
“Questi tagli sono una scure che colpisce soprattutto i piccoli comuni, con meno di 5.000 abitanti, dove ogni euro investito fa la differenza. Non dimentichiamo che queste realtà spesso hanno margini finanziari già molto ridotti e che, senza adeguati trasferimenti e fondi, non possono garantire servizi basilari come l’istruzione, l’assistenza sociale, il trasporto pubblico e la manutenzione del territorio”, continua la Coordinatrice.
A peggiorare la situazione è la riduzione dei fondi destinati agli investimenti: si parla di tagli del 20-30% per i prossimi cinque anni su progetti cruciali come piccole e medie opere, rigenerazione urbana e progettazione. Inoltre, viene completamente azzerato il dispositivo che obbligava le Regioni a destinare ai comuni almeno il 70% dei fondi per investimenti di loro spettanza.
“La cancellazione di questo dispositivo è un colpo mortale per i piccoli centri, che rischiano di rimanere sempre più indietro rispetto ai comuni più grandi. In questo modo, si crea un divario insostenibile tra i diversi territori, acuendo le disuguaglianze e rendendo ancora più difficili le sfide demografiche ed economiche che già affrontiamo quotidianamente.”
Le piccole realtà rappresentano una parte fondamentale del tessuto economico e sociale dell’Emilia-Romagna, contribuendo alla coesione territoriale e alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale della Regione. “Senza investimenti adeguati, rischiamo di abbandonare questi territori a un destino di marginalità, con conseguenze devastanti per l’intera comunità regionale.”
La richiesta è chiara: il Governo deve riconsiderare queste misure, garantendo ai comuni – e in particolare a quelli più piccoli – le risorse necessarie per affrontare le sfide attuali e future. La Coordinatrice sottolinea che i comuni, in ogni occasione, hanno dimostrato di essere virtuosi nell’utilizzo delle risorse e di saper realizzare progetti e programmazioni efficaci. “Non c’è sviluppo concreto senza attenzione per i Comuni, a maggior ragione per quelli più piccoli, che meritano un supporto adeguato. Non solo bisognerebbe dare maggiore sostegno ai comuni, ma anche pensare a misure diversificate e calibrate sulle necessità dei piccoli centri, che sono già fortemente pressati dall’enorme quantità di burocrazia. Ignorare queste specificità significa condannare i piccoli comuni al declino, con conseguenze gravissime per il futuro dei territori e delle comunità locali.”