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Proposte di lavoro comune nella lettera di Fabio Fecci, Sindaco di Noceto, al neo presidente ANCI Nazionale

Ieri a Torino – nel corso dell’assemblea nazionale ANCI – il Sindaco di Noceto Fabio Fecci, anche vicepresidente di ANCI Emilia-Romagna, ha consegnato al neoeletto Presidente di ANCI Gaetano Manfredi un documento di analisi e proposte maturate nel corso della sua esperienza sul territorio di amministratore locale. Il contributo sintetizza le maggiori criticità insieme ad alcune riflessioni e proposte sui temi della sicurezza – delega che Fecci ricopre in ANCI regionale – al personale, dal dissesto idrogeologico al sostegno scolastico. Il documento si chiude con l’augurio di buon lavoro al nuovo Presidente e che le voci che salgono dai territori possano contribuire ad attivare un confronto a livello governativo su questi temi.

A lettera inviata, i contenuti sono stati condivisi con il neoeletto presidente di ANCI Emilia-Romagna Marco Panieri, che rappresenta un punto di riferimento su questi temi e che intende impegnarsi e porli come indicazioni su cui lavorare, così come rimarcato nella lettera del vicepresidente.

Questi i principali contenuti:

SICUREZZA E RIFORMA DEL RUOLO DELLA POLIZIA LOCALE

  • Maggiori fondi statali e regionali in particolare per i comuni sotto i 15.000 abitanti per attivare investimenti in videosorveglianza, viabilità e pubblica illuminazione, dotazioni al Servizio Polizia Locale
  • Snellimento delle procedure nel campo della giustizia con l’applicazione di pene certe e investimenti sui sistemi di identificazione, segnalazione e riconoscimento
  • Potenziamento delle funzioni, della qualificazione professionale e della sinergia con le istituzioni della vigilanza privata, per una sua maggiore ed opportuna integrazione con le istituzioni preposte, coinvolgendola più attivamente nelle politiche
  • Svincolo da ogni tipo di limite di finanza locale per le spese a favore della sicurezza, in termini di investimenti e assunzioni del personale di Polizia locale e delle Forze dell’Ordine in generale.

MANUTENZIONE ALLA RETE VIARIA

A fronte dell’impossibilità da parte della quasi totalità dei Comuni di sostenere i costi d’intervento sulla rete stradale comunale, si propone l’attivazione di una cabina di regia di livello nazionale per lavorare a una diversa distribuzione di risorse e competenze, ad esempio con il ritorno di una parte dell’IRPEF versata dai cittadini ai Comuni con vincolo di destinazione e con la riduzione della competenza esclusiva ai sindaci delle sole strade urbane
 
DISSESTO IDROGEOLOGICO E GESTIONE CORSI D’ACQUA

  • Creazione di presidi idrogeologici territoriali permanenti ove operano professionisti esperti in sinergia con le strutture regionali e nazionali a supporto di Sindaci e delle strutture comunali di Protezione Civile, sia nelle attività di monitoraggio che in quelle di gestione delle emergenze
  • Promozione della cultura della prevenzione e della sensibilizzazione: se ogni Ente deve essere dotato di un Piano di Protezione Civile e di gestione delle allerte e emergenze, ogni cittadino deve avere chiara informazione in relazione al rischio idrogeologico della zona in cui abita
  • ‘Un geologo in ogni comune’: soprattutto nelle amministrazioni di piccole dimensioni, dove non esistono professionalità adeguate, istituzione dell’obbligo di dotarsi del supporto permanente di tecnici esperti, anche con la possibilità di gestione associata della funzione.

ASSISTENZA EDUCATIVA DI SOSTEGNO AGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Parametrazione dei trasferimenti statali ai comuni in modo da coprire le spese in costante crescita per l’assistenza educativa di sostegno, che attualmente è funzione attribuita ai Comuni con il relativo onere di spesa.

PERSONALE, ASSUNZIONI E RIORDINO COMUNI IN BASE AL NUMERO DI ABITANTI

Rispetto all’annunciata norma sul turn over del personale al 75%, si ribadisce la necessità di una riforma dove i Comuni con meno di 15mila abitanti siano considerati “piccoli” e ad essi siano applicate normative diversificate rispetto a quelli grandi, in modo da compensare il divario che deriva dall’applicazione lineare delle misure sulle politiche locali a diversa scala.

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